
Divisa del VII Principe di Cerveteri Don Alessandro Ruspoli “Gran Maestro del Sacro Ospizio Apostolico” (Magister sacri hospitii 1869-1952). La carica del Maestro del Sacro Ospizio Apostolico è stata sempre considerata una delle grandi cariche laiche della famiglia Pontificia. Egli prestava servizio in tutte le Cappelle papali e nei Concistori pubblici, oltre che nelle solenni udienze ai Sovrani Regnanti e ai Capi di Stato, con lo specifico compito di riceverli e accompagnarli sia al cospetto del Sommo Pontefice che dell’Em.mo Cardinale Segretario di Stato, così come di seguirli anche durante la visita alla Basilica di San Pietro. Nominato dal Santo Padre con Breve Apostolico, dal 1811 tale carica è stata costantemente conferita a membri della famiglia Ruspoli di Cerveteri, in successione all’antichissima ma estinta famiglia ducale Conti di Poli e Guadagnolo. A tutte le solenni funzioni pontificie, il Maestro del Sacro Ospizio veniva accompagnato da quattro Guardie Svizzere, facendo altrettanto anche dopo la funzione. Nelle Cappelle Papali, infatti, egli si tratteneva fuori dal presbiterio, per poi recarsi a destra dell’ingresso della quadratura solo all’arrivo del Papa, presso il banco dei Cardinali diaconi. Durante i Pontificali egli versa l’acqua alle mani del Pontefice, così come a Natale e Pasqua riceveva la comunione direttamente dalle mani del Santo Padre. Nella processione del Corpus Domini e alle Canonizzazioni incedeva, inoltre, con la torcia accesa davanti alla Croce Papale. Penultimo Maestro del Sacro ospizio, prima che la carica venisse abolita in seguito al Motu Proprio Pontificalis Domus del 1968, è stato il Principe Alessandro Ruspoli di Cerveteri, che oltre ad essere Cavaliere dell’Ordine Supremo del Cristo e Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Piano, con Breve del 28 maggio 1916 di Papa Benedetto XV, ebbe speciale concessione del titolo di “Gran Maestro”. ©GiuseppeBaiocchi

Uniforme del capitano comandante della Guardia Nobile (in alta uniforme o d’onore). Ultimo comandante del corpo è stato il marchese Mario Filippo Benedetto del Drago (Roma, 22 marzo 1899 – Roma, 20 dicembre 1981). La prima era l’uniforme d’onore utilizzata per le occasioni più importanti e per le celebrazioni liturgiche in cui la guardia era presente. Essa era composta da un elmo da corazziere piumato di bianco e crinato di nero, una giubba rossa con bandoliera e spalline dorate una cintura bianca in vita, pantaloni bianchi e stivali neri da cavallerizzo. In tutti questi particolari l’uniforme ricordava chiaramente quella dei corazzieri e tale rimase sino alla soppressione del corpo, in ricordo dell’originaria funzione svolta da questa guardia. L’unico armamento della guardia nobile era costituito da una sciabola da cavalleria e anche questo corpo, come quello della Guardia Svizzera pontificia, era tra i pochi ad essere autorizzato a portare le armi anche in chiesa e alla presenza del pontefice. ©GiuseppeBaiocchi

Divisa del VII Principe di Cerveteri Don Alessandro Ruspoli “Gran Maestro del Sacro Ospizio Apostolico” (particolare della placca di Gran Croce dell’Ordine Piano).

Uniforme del capitano comandante della Guardia Nobile (particolare delle onoreficenze tra cui si individua l’Ordine Piano e la placca di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Costantiniano). ©GiuseppeBaiocchi

Alta Uniforme di capitano della Guardia Nobile con copricapo bicorno. La guardia nobile faceva le proprie apparizioni in pubblico solo nelle occasioni in cui il Papa svolgesse delle attività in pubblico e durante il periodo di sede vacante il corpo si poneva al servizio del Collegio dei cardinali. Tra le funzioni di sicurezza personale, ad esempio, quando il papa quotidianamente faceva la propria passeggiata nei Giardini Vaticani, due guardie nobili lo seguivano a distanza per vigilare sulla sua incolumità. Oggi tale funzione è ricoperta dalla Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano. ©GiuseppeBaiocchi

Alta Uniforme di capitano della Guardia Nobile con copricapo bicorno (particolare dell’ordine cavalleresco equestre pontificio di San Gregorio Magno). ©GiuseppeBaiocchi

Nel modello, il Maresciallo del conclave o Custode del conclave, appartenuto al Principe Sigismondo Chigi della Rovere-Albani. Questa figura è il custode del conclave, con il compito di assicurarne la riservatezza dalle interferenze esterne. È una carica ereditaria, in origine appannaggio della famiglia Savelli, poi passata ai Chigi. ©GiuseppeBaiocchi

Cameriere segreto di Cappa e Spada d’onore laico. I camerieri segreti potevano essere di cappa e spada, cioè nobili laici, in numero di cinque con precise funzioni e assistenza da camerieri detti de numero e camerieri laici soprannumerari e camerieri d’onore. I «Camerieri segreti di spada e cappa partecipanti» che svolgevano effettivo servizio nella Famiglia pontificia e partecipavano alle elargizioni degli emolumenti erano: 1) il “Gran maestro del Sacro Ospizio” (VII Principe di Cerveteri Don Alessandro Ruspoli); 2) il “Foriere maggiore dei sacri palazzi apostolici”, al quale era affidata la preparazione materiale dei trasferimenti pontifici (marchese don Giovanni Battista Sacchetti) 3) il “Cavallerizzo maggiore di Sua Santità”, il quale sovrintendeva le scuderie papali (don Giacomo Serlupi-Cescenzi) 4) il “Soprintendente generale delle poste”, ovvero l’antico organizzatore dei viaggi papali, che apriva e chiudeva la porta della carrozza pontificia (S.E. il principe don Camillo Francesco Massimo); 5) i latori della Rosa d’oro (consegnavano ai destinatari la Rosa d’oro) 6) il segretario per le ambasciate (riceveva i regali portati al papa dai visitatori) 7) l’esente delle Guardie nobili di servizio diurno 8) i camerieri segreti di cappa e spada soprannumerari (laici che dovevano appartenere alla nobiltà o avere un’alta posizione sociale, prestavano servizio ordinario di anticamera, specialmente durante la sede vacante). ©GiuseppeBaiocchi

Cameriere segreto di Cappa e Spada d’onore laico (particolare). Paolo VI riorganizzò nel 1968, con il motu proprio Pontificalis Domus, i servizi connessi alla persona del Papa, per privilegiare i servizi effettivi a scapito di «quelli che non sono che nominali, decorativi ed esteriori». Egli soppresse i camerieri segreti partecipanti, i camerieri d’onore in abito paonazzo, i camerieri d’onore extra urbem ed i camerieri laici «di cappa e spada». Creò poi i «gentiluomini di Sua Santità», corpo che accoglie i laici. I camerieri segreti soprannumerari presero il nome di cappellani di Sua Santità. ©GiuseppeBaiocchi

Nel corteo che accompagna l’ingresso del Papa era assicurata dai cordoni mobili della Guardia Nobile, Svizzera e dai mazzieri. La tradizione di portare un bastone, o mazza, d’argento e ornato con lo stemma del pontefice, ha origini molto antiche e serve a segnalare la dignità papale. Il mazziere o Aiutante di Camera è una gentiluomo munita di mazza, con riferimento a maggiordomi, guarda portoni o uscieri di palazzi signorili o a chi ha l’incarico di guidare cortei o processioni, di dirigere le cerimonie durante le funzioni religiose o di corte. Il corteo papale veniva svolto seguendo ben determinate precedenze, che prevedevano anzitutto Dignitari, collegi e ordini con ben 38 tipologie e quindi i Ministri e gli inservienti con 11 tipologie, di cui la decima e penultima è costituita dai mazzieri, che portavano nelle cerimonie la mazza d’argento, simbolo di autorità. Sorto probabilmente verso il secolo XII, il collegio dei servientes armorum, detto poi dei sergentes armorum e quindi dei mazzieri pontifici, era uno dei numerosi uffici o corpi di cui si componeva la corte papale e assunse maggiore rilevanza dal secolo XVI, iniziando il suo declino nella seconda metà del XIX secolo. ©GiuseppeBaiocchi

Foriere maggiore dei sacri palazzi apostolici”, al quale era affidata la preparazione materiale dei trasferimenti pontifici appartenente alla schiera dei Camerieri segreti di Cappa e Spada d’onore laico. (marchese don Giovanni Battista Sacchetti 1912-1968). ©GiuseppeBaiocchi

Divisa del marchese don Giacomo Serlupi-Crescenzi Cavallerizzo Maggiore di Sua Santità, appartenente alla schiera dei Camerieri segreti di Cappa e Spada d’onore laico. ©GiuseppeBaiocchi

Il Bussolante Pontificio, addetti dell’anticamera pontificia, appartenente alla schiera dei Camerieri segreti di Cappa e Spada d’onore laico. ©GiuseppeBaiocchi

Guardia Nobile Pontificia (uniforme di servizio). Il reggimento delle Guardie nobili (soppresso nel 1970): 1) il capitano comandante 2) il capitano 3) il vessilifero ereditario di Santa romana Chiesa, che portava il gonfalone o stendardo papale e apparteneva alla famiglia dei marchesi Patrizi Naro Montoro, marchesi di baldacchino (ultimo rappresentante il marchese don Patrizio Patrizi Naro Montoro (1888 – 1968). Il drappo portava la seguente descrizione: “un drappo di seta rossa guarnita di frangia a fiocchetti pure di seta rossa intarsiata d’oro con cordoni e fiocchi simili, il drappo ha sparso nel campo stelle ricamate in oro e da ambo le parti nel mezzo lo stemma gentilizio del papa pro tempore ricamato in oro e in seta con i colori del suo blasone sovrastato dal triregno con le chiavi incrociate; la grande asta è di legno dorato terminando con la lancia di metallo inargentato”. 4) i tenenti 5) il sottotenente 6) gli esenti ©GiuseppeBaiocchi

Trono di Pio IX per la Sala del Concistoro. Manifattura Braqueniè per l’intaglio dorato e Manifattura Sauvrezy per la tappezzeria ad arazzo disegnata da Jules Le Blanc, Parigi 1877. ©GiuseppeBaiocchi
