Exsúrge, quare obdórmis, Dómine? 20-02-2022. Di don Giorgio Lenzi (IBP)
Exsúrge, quare obdórmis, Dómine? 20-02-2022. Di don Lenzi (IBP)
di redazione



Perché sono chiamate così? Perché indicano rispettivamente la settima, la sesta e la quinta domenica avanti quella di Passione.
La Chiesa, dalla domenica di Settuagesima fino al Sabato Santo, tralascia nei divini uffizi l’Alleluia, che è voce di allegrezza, ed usa paramenti di color violaceo, che è colore di mestizia, per allontanare con questi segni di tristezza i fedeli dalle vane allegrezze del mondo ed insinuare in essi lo spirito di penitenza.
Nei divini uffizi della settimana di Settuagesima, la Chiesa ci rappresenta la caduta dei nostri progenitori, Adamo ed Eva, ed il loro giusto castigo; negli uffizi della settimana di Sessagesima ci rappresenta il diluvio universale mandato da Dio per castigare i peccatori; negli uffizi dei primi tre giorni della settimana di Quinquagesima ci rappresenta la vocazione di Abramo, ed il premio dato da Dio alla sua obbedienza ed alla sua fede.



La parola di Dio deve essere contestualizzata e insegnata dall’autorità competente, altrimenti si scivolerebbe nell’idolatria. Le fonti della rivelazione sono tre: la Sacra Pagina (la parola di Dio), che deve essere accompagnata dalla tradizione della Chiesa; il Magistero della Chiesa che coordina e insegna – aderendo a quella Verità – il messaggio Cristico dottrinale e morale.
In questa parola c’è una semenza piccola, ma preziosa: il divino agricoltore, per mezzo della Santa Chiesa (sacramenti, preghiera, messa), sparge continuamente sul terreno questa semente e quando il terreno è fecondo di buona volontà ed onestà, ed è abitato dalla Grazia di Dio, allora può far sorgere un uomo nuovo.
Noi non potremo mai comprendere, qui sulla terra, questo miracolo, noi vediamo solo la limitatezza della nostra natura umana, ma abbiamo la fede e sappiamo che i sacramenti e tutto ciò che viene da Dio serve a questo. Accogliamo dunque quel seme, che santifica il mondo.



Dunque chi trasformò il mondo, facendolo passare dalla bruttezza del paganesimo, alle bellezze del mondo cristiano – un mondo cristiano che si distrugge sempre di più, ma di cui abbiamo le testimonianze ovunque -, riuscì nell’impresa grazie alla parola di Dio, predicata dagli apostoli, trasmessa poi dai suoi successori, fino al 2022, ovvero fino ad oggi.
Ed oggi, appunto, cosa accade? Più di tutte le epoche, questo terreno (un tempo fertile), si sta chiudendo: non accoglie più quel seme: è una società egoista, ci stanchiamo facilmente della parola di Dio o cerchiamo di adattarla a seconda delle epoche, a quello che ci fa più comodo. I protestanti hanno iniziato, già da diversi secoli a dare un’interpretazione particolare, restringendo il tutto unicamente ai testi biblici. Proprio questa società liquida, figlia del relativismo e dell’idealismo cartesiano, fa essere tutto in discussione, tutto in un moto perenne e continuo, in un unicum orizzontale, ateo, arido.

