Riportiamo l’omelia della Santa Messa di domenica 20-11-2022, presso la Chiesa di San Cristoforo (Via D’Argillano n.21 – 63100 AP). Il nostro Coetus Fidelium Beato Marco da Montegallo è stato ospitato dalla Confraternita della Buona Morte del Priore Giancarlo Tosti, per celebrare il rito romano antico nella forma cantata, Dominica XXIV et Ultima Post Pentecosten – Dicit Dóminus, con il nostro regolatore Don Giorgio Lenzi (IBP) sacerdote dell’Istituto Buon Pastore e Procuratore Generale per lo stesso con la Santa Sede. Al servizio all’altare il chierichetto Giuseppe Baiocchi. Al canto abbiamo avuto il Maestro Massimo Malavolta.
Nella predica Don Giorgio ci ricorda come in questo mese di novembre, mese dei morti con il freddo invernale che inizia, con le giornate corte e poco luminose, in questo mese, in questo tempo in cui è più facile riflettere sulla nostra misera condizione, sulla fragilità della natura umana, su quanto è temibile la morte e quanto brutto sia il peccato; ebbene possiamo essere favorevoli al pensiero delle “cose ultime”. La sacra liturgia va proprio in siffatta direzione in quanto ultima domenica dell’anno liturgico. L’anno liturgico rappresenta nel culto il ciclo della nostra vita ed allo stesso tempo la storia dell’umanità, la storia della salvezza. Alla luce di questa lettura del ciclo liturgico possiamo dire che questa domenica rappresenta la fine di tutto, la fine del mondo, la quale ci deve indurre verso una necessaria riflessione. Dobbiamo pensare alla seconda venuta del Cristo e dobbiamo prepararci ad essa. San Paolo nell’Epistola prega per i cristiani, affinché conducano sempre una vita degna di Dio, in maniera tale di piacergli sempre, in tutto per poter avere il giusto e buon posto nell’eternità.
Il nostro amato Salvatore ci rivolge un lungo discorso nelle pagine del Vangelo. Lungo ed enigmatico, nel quale il livello del presente, del passato e del futuro si mischiano e si confondono lasciandoci quasi storditi come appunto saremo noi stessi quando il figlio dell’uomo ritornerà sulla terra per giudicarci. La distruzione del tempio di Gerusalemme, il tempio simbolo dell’antica alleanza è annunciata in queste parole del Cristo e si produrrà nell’anno settanta come era già stato profetizzato da Daniele. Nostro Signore però, non separa la rovina materiale di Gerusalemme dalla fine del mondo, perché la punizione che colpisce i giudei è figura della punizione che attende noi tutti alla fine del mondo se noi stessi abbiamo rigettato con il peccato la salvezza offerta dal Figlio di Dio.
Siamo messi in guardia: dei momenti difficili arriveranno.. con dei falsi profeti, dei falsi salvatori, ma non sarà ancora la fine, serve solo a prepararci! In quest’epoca confusa e poco cristiana nella quale noi viviamo, cari amici, sforziamoci di non perdere il senso primo della nostra fede, della nostra morale cristiana, non facciamoci ingannare dagli pseudo-profeti. Siamo attaccati da questa società senza Dio, siamo attaccati dagli errori e dalle ambiguità diffuse – alle volte – dalla confusione di noi sacerdoti stessi, primi responsabili del gregge.
Tanta confusione sulla religione e sulla verità avviene certamente, ma non per tale ragione noi dobbiamo cercare il nemico solo sull’altro da me, ma guardiamoci anche nel nostro orgoglio e dalla nostra cattiva fede. Chiediamoci se noi stessi abbiamo capito veramente la grandezza della nostra vera e santa religione e quanto sia gravoso il male, l’errore e il peccato, poiché se tale comprensione non dovesse giungerci, continueremo – nonostante le buone intenzioni – a convivere con la superficialità del mondo. Si tratta certamente di un gioco socio-politico di contrapposizione fra la destra e la sinistra che spesso ci travolge tutti anche nel contesto della vita cristiana. Se la lotta, il combattimento, per la Fede non è orientato alla salvezza, ma solamente ad una lotta interna alla Chiesa Cattolica, tale combattimento è interessante dal punto di vista umano o intellettuale, ma non da quello del punto di vista della vita eterna.
La preoccupazione per la Fede vera, per la dottrina di sempre deve produrre frutti spirituali che devono condurci rettamente alla fine dei tempi.. al giudizio prima particolare, poi universale. Dobbiamo dunque giungere a tale stato, con coscienza retta, opere buone e odio del peccato. I nemici di Cristo sono ovunque anche fra chi crede di essere migliore degli altri. Il nemico di Cristo può essere ciascuno di noi, se non ci prepariamo bene al giorno del giudizio finale e pensiamo solo alle cose di questo mondo.
Noi non conosciamo né il giorno, né l’ora nel quale il Figlio di Dio apparirà dal Cielo con il simbolo della Redenzione: la Santa Croce! La nostra vita, i nostri ideali, le nostre lotte, i nostri successi non servono a molto se non insiste la gloria della Croce. Il cielo, la terra, anche codesta predica, passeranno, ma non passerà mai la parola del Salvatore: una parola eterna, che vince su ogni errore e su ogni peccato. Scegliamo il campo giusto.