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Fervorino sul Sacro Militare Ordine Costantiniano. Don Giorgio Lenzi

 

Il Cappellano iure sanguinis SMOC don Giorgio Lenzi, nella domenica del Buon Pastore (18-04-2021), presso la Chiesa di San Cristoforo (Via d’Argillano n.21 – 63100 AP), ci ricorda che oggi, più che mai, bisogna scoprire la propria religione. Quanta ancora l’ignoranza religiosa presente al tempo dei laureati? Tale sistematicità fa sì che si attui un rifiuto aprioristico verso la trascendenza cristica e la profondità della Verità. Nella domenica del Buon Pastore, nome che riprende a piene mani la Fraternità del nostro Santo Sacerdote don Giorgio Lenzi, abbiamo attuato anche un parallelismo con San Giorgio Martire, Cavaliere, ricordato e glorificato ancora oggi dal Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio. Un’istituzione, basata su reali fondamenti storici, che porta avanti nel mondo la difesa di valori sommi e immutabili, proprio come quelli insegnati nel Vangelo di Cristo. Dunque possiamo comprendere come la vita dell’uomo sia un unicum con la tradizione della Santa Chiesa: non può esservi separazione, poiché l’uomo deve operare una missione, la quale non può che abbracciare tutte le discipline, tutte le circostanze. Oggi accade l’esatto inverso poiché viviamo in un mondo non più verticale, ma orizzontale, schizofrenico. Bisogna portare avanti dei concetti, dei princìpi, che sono il fondamento di tutto questo, che si trasmette anche attraverso queste simbologie materiali. Per riprendere il Vangelo odierno, “Buoni Pastori” furono i Sovrani che benedetti dalla Chiesa, sulle orme di Costantino e del megalomartire (Γεώργιος) San Giorgio hanno fatto la grandezza delle nostre regioni e delle nostre attuali nazioni. Oggi si ha difficoltà nel perseguire determinati valori, poiché la società ignorante li osteggia, avendo un desiderio di continua rottura, in un turbine di rivoluzione continua: poiché quando una cosa non deve mai essere uguale a quella del giorno precedente, si disgrega la società e non rimane più niente. Ecco appunto cos’è il nuovo martirio, quello appunto dell’Ordine cavalleresco di San Giorgio, che nella professione di fede ha riconosciuto totalmente il cristianesimo che aveva abbracciato e noi oggi lo facciamo in modo diverso: la diffusione dei veri valori. Allora dunque invochiamo San Giorgio, con il suo Sacro Ordine Militare, la Casa dei Borbone e soprattutto di tutta la società, poiché abbiamo bisogno di cavalieri: oggi sarebbe ridicolo, vedere un cavaliere che entra in arcione con lancia e armatura, ma abbiamo bisogno di cavalieri intellettuali, individui capaci di resistere al cattivo insegnamento che purtroppo penetra a tutti i livelli della società, per perseguire “la Buona Battaglia”.

 

 

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