
I paramenti sacri della liturgia
di redazione

Pianeta: Paramento liturgico usato dal presbitero per presiedere la celebrazione eucaristica.
La pianeta è il paramento liturgico utilizzato dal sacerdote per la celebrazione della Santa Messa. Alcuni utilizzano impropriamente il nome casula come sinonimo di pianeta, anche se è un termine arcaico e ormai in disuso. Storicamente, la pianeta era un ampio mantello da viaggio con il quale il sacerdote si riparava dalle intemperie; solo in epoca più recente si trasformò in veste sacra, con un’apertura per il collo, che avvolge completamente il sacerdote durante la celebrazione dell’Eucarestia.
La pianeta nel corso dei secoli subì un’evoluzione progressiva, abbandonando le maniche (allo scopo di liberare le braccia) e riducendosi di lunghezza, fino ad arrivare ai fianchi. Nel XIII secolo la pianeta era ancora ampia e semi-rigida, mentre nelle illustrazioni del XVII secolo si presentava corta, rigida, formata da due strutture, anteriore e posteriore, unite tra loro da un’allacciatura sul fianco. Non erano rare, nelle Chiese più facoltose, pianete realizzate in tessuti preziosi, decorate e ricamate in oro, con rappresentazioni di opere d’arte che accrescevano il valore del paramento.
Le pianete sacerdotali utilizzano tessuti di elevata qualità, come broccato, seta gallone e viscosa; anche i tessuti meno pregiati sono ricamati a mano o a macchina con decorazioni ricercate, che richiamano la tradizione classica. A scelta, è possibile l’applicazione del gallone; le pianete sono generalmente nei quattro colori di rito (avorio, rosso, verde, viola).

_alle benedizioni solenni all’altare;
_all’assoluzione al feretro e al tumulo;
_alle orazioni solenni del Venerdì santo;
_alla Veglia pasquale, prima della Liturgia eucaristica;
_dal prete assistente al Pontificale;
_dal prete assistente alla prima messa solenne del sacerdote novello;
_dal prete assistente alla messa solenne dei sacerdoti che ne hanno il privilegio.


Nella forma straordinaria del rito romano amitto e cingolo sono obbligatori.
Tra le particolarità, alle estremità del camice, all’altezza degli orli, possono essere applicati ricami di ogni genere, che rendono alcuni camici molto preziosi. Sotto questi ricami vengono talora applicate delle fodere colorate, a seconda del “grado ecclesiastico” di chi lo indossa.

La berretta (a sinistra), detta anche tricorno: è uno dei molteplici copricapi utilizzati dal clero cattolico. Essa possiede una forma approssimativamente cubica ed è munita di tre alette rigide e un fiocco sulla parte superiore.
Il manipolo (al centro) è un paramento liturgico adoperato nei riti latini della Chiesa cattolica, rimasto in uso nella forma straordinaria del rito romano durante la celebrazione eucaristica e le celebrazioni connesse (benedizione e processione delle palme e veglia pasquale). Il vescovo, il presbitero, il diacono ed il suddiacono portano il manipolo sull’avambraccio sinistro in modo che le due bande di cui è composto pendano da entrambe le parti.
Nel rito di San Pio V il sacerdote mentre lo indossa prima della celebrazione eucaristica, recita la seguente preghiera: “Praecinge me, Domine, cingulo puritatis, et exstingue in lumbis meis humorem libidinis; ut maneat in me virtus continentiae et castitatis” In italiano: “Cingimi, Signore, con il cingolo della purezza e liberami dalle passioni della libidine, affinché rimanga sempre in me la virtù della continenza e della castità”. Il cingolo sta anche a ricordare la fune con la quale Gesù venne legato alla colonna durante la propria passione. Esso è quindi segno penitenziale e ricorda anche gli Ebrei che consumarono l’agnello pasquale con i fianchi cinti.