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Il Beato Marco: vita di carità e giustizia

di redazione

La meta spirituale della Parrocchia di Montegallo è la frazione di Fonditore, patria natale del beato Marco, un francescano famoso in tutto il mondo come l’inventore del Monte di Pietà, da lui concepito come un ausilio ai poveri contro lo sfruttamento degli usurai.

Nella foto di sinistra viene rappresentata la Chiesa di San Bernardino da Siena a Balzo di Montegallo, dove è conservato il reliquiario del beato Marco da Montegallo. La Chiesa è del XVII° sec., in stile romanico sorretta da colonne interne in arenaria, presenta una facciata quadrata con portale gotico trecentesco e un alto campanile con orologio. Nell’ultima foto, è raffigurata la casa-torre dove si ritiene esser nato il Beato Marco.

Il beato Marco da Montegallo (1425-96) è stato uno dei seguaci di san Giacomo della Marca (1391 – 1476), attuale patrono della Provincia Picena dei Frati Minori e grande mistico vissuto a cavallo tra Trecento e Quattrocento. Fu figlio del feudatario conte Chiaro de Marchio che si rese famoso perché sotto il nome di Capitano del Fonditore strenuamente combatté a favore della Regina Giovanna II di Napoli (1373 – 1435) nel memorabile assedio dell’Aquila (1423).

Nacque nel 1425 a Montegallo nei pressi di Ascoli Piceno, dove la sua famiglia si era ritirata per sfuggire alle feroci lotte delle opposte fazioni, che imperversavano in Ascoli. Il padre comunque volle ritornare in città, per dare la possibilità di studiare a Marco, che in seguito passò alle Università di Perugia e di Bologna, dove si addottorò in legge e in medicina.
Nella città marchigiana esercitò per un certo tempo la professione di medico; nel 1451 per assecondare i voleri del padre sposò Chiara de’ Tibaldeschi di nobile famiglia, ma con la quale convisse castamente; l’anno successivo morì il padre e gli sposi di comune intesa scelsero la vita religiosa, lei entrando tra le clarisse del convento di S. Maria “delle donne” in Ascoli e lui tra i Francescani Osservanti.

Come francescano Marco de Marchio, fece il noviziato a Fabriano, poi fu come superiore a San Severino, sotto la guida del confratello e corregionale San Giacomo da Monteprandone detto “della Marca” che insieme a San Bernardino da Siena (1380-1444) e San Giovanni da Capestrano (1386-1456), costituivano gli alfieri dell’evangelizzazione del secolo XV e primi fautori dell’apostolato sociale.

Al centro: effigie di Marco da Montegallo nella Chiesa di San Giuliano a Vicenza, che ne conserva i resti. Ai lati due litografie del beato Marco.

Prese ad operare contro le due principali piaghe del secolo: le discordie civili e l’usura usata in prevalenza dagli ebrei; svolse la sua intensa attività dal 1458-96, patrocinando la pace e il bene pubblico ad Ascoli, Camerino, Fabriano e combattendo l’usura, che condizionava pesantemente la vita delle famiglie, istituendo i Monti di Pietà.
Insieme con il beato Domenico da Leonessa costituì il Monte di Ascoli nel 1458; in seguito da solo istituì quelli di Fabriano (1470), e Fano (1471). Viene nominato nel 1480 collettore delle decime per la crociata contro i Turchi indetta da papa Sisto IV in seguito all’assedio e alla conquista di Otranto, venne ricordato ad Ascoli, dove fu attivo probabilmente a tale scopo. Sempre con le sue forze riuscì a fondare il Monti di Pietà ad Arcevia (1483) e non è certo, anche quelli di Ancona, Camerino, Ripatransone; infine restaurò quello di Fermo.

Di rilievo anche la fondazione dei Monti di Pietà a Vicenza, i cui statuti furono approvati nel 1486, il primo istituito nel territorio della Repubblica di Venezia, nel momento in cui si stava diffondendo un clima fortemente ostile nei confronti del prestito e della presenza ebraica in generale: infatti coincise con l’allontanamento degli ebrei, che avvenne il 12 giugno 1486, da Vicenza.
Come era avvenuto per tutti gli altri, anche il Monte di Vicenza fu concepito come gratuito e destinato a sovvenzionare, con prestiti pignoratizi della durata di sei mesi per un massimo di tre denari, le famiglie bisognose.
Marco da Montegallo fece stampare a Venezia presso Niccolò Balaguer due piccoli trattati a carattere devozionale: il Libro delli comandamenti di Dio del Testamento Vecchio e la Tabula della salute: il primo, specificatamente concepito “per leggersi per le scuole, botteghe e parochie”, fa parte della diffusa produzione di testi in lingua volgare volti a prescrivere a un pubblico laico e con rudimenti elementari regole e comportamenti necessari al raggiungimento della salvezza individuale; il secondo rientra nella categoria dei manuali devozionali e catechetici destinati a fornire precise regole di condotta morale. Entrambe le opere, furono in seguito ristampate anche a Firenze. Probabilmente ancora nel 1486 fu edito un altro componimento di Marco, la Corona de la gloriosa Vergene Madre Maria, un volumetto a carattere devozionale che raccoglieva preghiere in onore della Vergine, ornato da numerose xilografie.

Nella foto di sinistra i resti del beato Marco da Montegallo a Vicenza, nella Chiesa di San Giuliano. A destra litografia del frate di nobili origini.

Dal 1486-96 fra Marco dimorò a Vicenza nel convento di San Biagio Vecchio, prestando opera di consiglio e di direzione nelle varie comunità religiose della città e presso le terziarie francescane di San Marcello. Nel 1496 era di nuovo a Vicenza, dove morì il 19 marzo nell’ospedale di San Marcello e fu sepolto nella chiesa di San Biagio Vecchio; le sue spoglie furono dapprima traslate nel 1522 quando i frati si trasferirono in San Biagio Nuovo, poi nel 1797 nella chiesa di San Giuliano, dove sono tuttora esposte al culto.
L’affetto popolare verso il conte Marco de Marchio, permise a Papa Gregorio XVI (1765 – 1846) di emanare un decreto che approvasse il culto ab immemorabili, che conferiva la beatificazione al defunto frate il 20 settembre 1839. La sua festa non viene celebrata alla data della sua morte, ma piuttosto il 20 marzo perché il 19 marzo è la festa di San Giuseppe.

 

Per approfondimenti:
_G. Cantalamessa Carboni, Notizie storiche per servire alla biografia di frate Marco di Monte Gallo – Ascoli Piceno 1843;
_P. Rossi, La Tavola della salute del beato Montegallo e cenni storici di Montegallo, Fermo 1976;
_E. Mercatili Indelicato, Marco da Montegallo. Aspetti e problemi della vita e delle opere, in M. (1425-1496). Il tempo, la vita, le opere. Atti del Convegno, Ascoli Piceno (1996), Montegallo (1997), a cura di S. Bracci, Padova 1998, pp. 71–229;
_Matthew Bunson, Encyclopedia of Saints – 2014;
_Rachele Scuro, La presenza ebraica a Vicenza e nel suo territorio nel Quattrocento, Reti medievali, VI – 2005.
© Coetus Fidelium Beato Marco da Montegallo – Riproduzione riservata

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