In ragione della missione dal medesimo perpetrata, individuare e perseguitare i cristiani promotori della neo istituita Chiesa di Gesù Cristo, si spostò alla volta di Damasco, dove avrebbe dovuto (rectius: voluto) imprigionare i cristiani opponendosi strenuamente alla loro professione di fede: «[1]Saulo frattanto, sempre fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote [2] e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati» (At 9, 1-2).
Saulo intraprese quindi la strada che lo avrebbe condotto a Damasco ove, folgorato da una Luce che lo privò finanche della vista, avvertì il monito divino che lo redarguiva su quanto stesse operando: «[3] E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo [4] e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?” [5] Rispose: “Chi sei, o Signore?” E la voce: “Io sono Gesù, che tu perseguiti! [6] Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare”» (At 9, 3-7). Gli uomini che circondavano Paolo, ammutoliti dall’evento, lo condussero a Damasco ove rimase privo della vista per tre giorni, durante i quali non mangiò né bevve. Sempre a Damasco, vi era un discepolo di nome Anania il quale, secondo quanto riferito negli Atti degli Apostoli, avrebbe ricevuto l’invito del Signore – in una visione – a recarsi sulla strada chiamata Diritta e cercare nella casa di Giuda un tale che aveva nome Saulo di Tarso. Anania accolse l’invito con titubanza, avendo saputo chi Saulo fosse e, soprattutto, essendo questi a conoscenza dell’autorizzazione rilasciata dai sommi sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il nome di Gesù. Il Signore però gli disse: «Va’, perché egli è per me uno strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele; [16] e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome» (At 9, 15-17). Allora Anania andò, entrò nella casa indicatagli e impose le mani su Saulo proferendo le parole: «Saulo, fratello mio, mi ha mandato a te il Signore Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale venivi, perché tu riacquisti la vista e sia colmo di Spirito Santo». Dagli occhi di Saulo caddero sedimenti che erano come delle squame, così riacquistò la vista, prese cibo e bevande e recuperò le forze.