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Misericórdia Dómini del 18-04-2021. Celebra Don Giorgio Lenzi

 

Domenica 18-04-2021, presso la Chiesa di San Cristoforo (Via D’Argillano n.21 – 63100 AP), il nostro Coetus Fidelium Beato Marco da Montegallo è stato ospitato dalla Confraternita della Buona Morte del Priore Giancarlo Tosti, per celebrare il rito romano straordinario nella forma cantata, con don Giorgio Lenzi, sacerdote dell’Istituto Buon Pastore e Procuratore Generale per lo stesso con la Santa Sede. La Santa Messa ha visto partecipazione del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio con i suoi rappresentanti delegati. Hanno partecipato alla Santa Messa come servizio all’altare i cappellani, Alessandro Grilli e Riccardo Prosperi. Al canto gregoriano il Maestro Giuseppe Spinozzi, mentre all’organo il Maestro Luca Migliorelli. Nell’omelia odierna, don Giorgio Lenzi (IBP), ci ricorda come la Chiesa contrariamente alle istituzioni civili, festeggia in maniera continuativa la Santa Pasqua fino all’ascensione, fino alla pentecoste, proprio per sottolineare la grandezza del miracolo operato dal Signore, che ha resuscitato se stesso. Allora la Tradizione della Chiesa in questo tempo pasquale, attribuisce le domeniche a diversi nomi, a secondo delle antifone, a seconda dei testi liturgici ed evangelici. Concentrandoci sulla Sacra pagina, il popolo cristiano a ri-battezzato questa seconda domenica dopo Pasqua come quella del Buon Pastore. Non si tratta unicamente di una festa liturgica (come quella del Cristo Re o del Sacro Cuore di Gesù), si tratta semplicemente di un appellativo, che ci possa aiutare a comprendere quel messaggio salvifico del figlio di Dio risorto. Particolarmente questa domenica è cara all’Istituto del nostro Santo Sacerdote don Giorgio Lenzi, poiché la Società di vita apostolica di cui egli è membro – rappresentandola in Italia e presso la Santa Sede -, si è fondata nel 2006 sotto il vocabolo del “Buon Pastore”( L’institut du Bon Pasteur). Una domenica cara, poiché il carisma fondatore dell’Istituto presiede proprio nella pagina del Vangelo di oggi. Il Buon Pastore è una figura che è sempre stata posta come elemento di alto valore nella dottrina cristiana: nei primissimi secoli, già nelle raffigurazioni artistiche, dei primi cristiani, il Cristo non era raffigurato né risorto, né crocifisso, ma come un “buon” Pastore. Tale figura aveva anche una caratura difensiva, per via delle persecuzioni: un mondo di pastorizia, il simbolo di pastore, poteva – in un primo momento – attirare meno l’attenzione dei persecutori pagani. La figura del Buon Pastore è già di per sé importante per via della sua chiarezza: i primi Padri della Chiesa ci parlavano del “bel Pastore”, nella quale la nozione di bellezza non ha carattere estetico, ma si tratta soprattutto di una nozione morale, di una bellezza interna. Ego sum pastor bonus, così si dipinge il figlio di Dio, quando parla ai suoi primi discepoli: si presenta attraverso la bontà, la bellezza e la purezza delle sue intenzioni, delle sue azioni, del suo essere. Dunque il redentore è un “Buon Pastore” e noi tutti siamo chiamati ad operare – nel miglior modo possibile – come Cristo ci ha insegnato. Il Buon Pastore, in questa pagina del Vangelo, ama e sacrifica se stesso, non è mercenario (che non vuole il bene, ma il salario), poiché ambisce al bene per il proprio gregge di pecorelle, non cede alla facilità, non cede alle mode del mondo. Egli, Buon Pastore, ci ha amato fino all’effusione del suo sangue, fino alla morte ed al sacrificio estremo coronato dalla gloria della Resurrezione che ancora celebriamo. Il Cristo ci dice: “Io sono il Buon Pastore e do la vita per le mie pecore”, Egli conosce il suo gregge, Dio sa tutto, scruta i nostri cuori, le nostre anime e ama tutti noi con i nostri difetti, i nostri peccati a condizione che desideriamo il bene e preghiamo per quanto ci sia possibile con le nostre forze e con l’aiuto della grazia divina per la nostra conversione, per andare verso di lui, che vuole redimerci e convertirci all’unica Verità. Per questo il Pastore è buono e guida il gregge come si deve, nel modo più opportuno e giusto, a volte incomprensibile alla nostra natura umana. “Seguite me verso i verdi pascoli”: è con questo desiderio dei colli eterni, che Cristo ci aiuta e ci conforta in questa “Valle di lacrime” terrestre. Aiuto, conforto, perdono. Il Buon Pastore scaccia i lupi, ed è per questo che Egli è raffigurato con il bastone, elemento che serve sia per radunare il gregge, ma anche per scacciare le bestie che vogliono attaccarci. Quando una pecorella si può smarrire, allontanandosi dal gregge, il Buon Pastore la ritrova e la riavvicina alla “retta via” (ovile della sicurezza e verità) portandola sulle proprie spalle: ecco un altro simbolo cattolico, quello della pecorella smarrita. Egli infine ci pasce, grazie alla sua presenza e protezione.

 

 

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