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Omelia del 03-11-2019 di Don Riccardo Patalano

03 novembre 2019 – Chiesa del Sacro Cuore (Chiesa dei Sacconi) presso Tolentino (Mc)
Omelia: Don Riccardo Patalano

 

Domenica 03-11-2019 alle ore 18:30, presso la Chiesa del Sacro Cuore (Chiesa dei Sacconi) presso Tolentino (Mc) si è svolta la Messa Cantata in rito romano antico organizzato dalla Venerabile Confraternita del Sacro Cuore di Gesù di Tolentino e dal Coetus Fidelium “Beato Marco da Montegallo”. Ha celebrato la Santa Messa don Riccardo Patalano aiutato dai chierichetti Lodovico Valentini, Giuseppe Baiocchi e Gianni Pievaroli (Turiferario). All’organo il Maestro Andrea Carradori. Don Riccardo Patalano, durante l’omelia ha parlato del mese di Novembre, asserendo che questo è per tradizione il mese dedicato ai defunti, ma deve anche essere un mese di riflessione: per noi creature umane, il decesso andrebbe contemplato, poiché «quando si muore a se stessi, si diventa omicidi». Quando al centro del nostro cuore si inserisce il nostro Io, quest’ultimo si riempie fino alla nostra soddisfazione, che ci fa ignorare il prossimo e tanto meno ci fa pensare a Dio. La morte, non intesa unicamente nel fisico, deve divenire parte essenziale del cristiano e definire anche il decesso del proprio io. La morte non conosce distinzioni sociali, non ha i ricchi e i poveri, essa arriva per tutti e il cristiano deve imparare ad aspettarla, esercitandosi a «morire tutti i giorni», poiché la morte ci ricollega a Dio, al prossimo e ci uccide il nostro ego. E come possiamo accedere in cielo, se in terra non abbiamo vissuto nemmeno una scintilla di paradiso? La vita terrena è in maniera soprannaturale legata a quella eterna. Tutti noi siamo chiamati per il paradiso: una volta che i nostri occhi si chiuderanno per l’ultima volta, ci troveremo dinanzi a Dio e in quel preciso istante il tempo della misericordia sarà già concluso, per lasciare il campo a quello del giudizio. Il tempo della misericordia, è il tempo di questo mondo, poiché Cristo ha versato il suo preziosissimo sangue. Da morti il nostro giudizio valuterà il bene che abbiamo compiuto e il male commesso. I malvagi saranno condannati all’inferno, mentre i buoni e i giusti vengono premiati con il paradiso. Tali verità dogmatiche assolute ed eterne che sempre i cristiani hanno creduto, rappresentano la Verità. Dio, giusto giudice misericordioso, che accoglie con sé i buoni e castiga i cattivi. In Paradiso saranno accolti solo coloro che hanno rinunciato al proprio Io per Cristo e per il prossimo, ovvero i Santi: la vita deve essere un percorso di santità e Dio ci fornisce tutti gli strumenti per seguire tale via. Contrariamente all’inferno non vi è speranza, c’è unicamente disperazione, non c’è carità, ma odio. Possibile che gli uomini di oggi desiderano l’Inferno? Uomini e donne che non riescono più ad amare perché pensano solo a loro stessi. Preghiamo dunque nel mese di novembre anche per la nostra anima ed educhiamo ai bambini a pregare per i nostri defunti, che si rechino al cimitero, che abbiano contezza della morte: non come l’indegna pratica commerciale ed insieme vergognosa di Halloween. Contrariamente bisogna parlare della morte ai bambini come un qualcosa di naturale, di buono perché la morte è la porta per il paradiso, ed è importante che le future generazioni ricordino di celebrare la Santa Messa per i proprio defunti, altrimenti nessuno più ricorderà i propri cari. Dobbiamo divenire cristiani che «morendo tutti i giorni» saranno pronti alla fine della vita terrena ad essere scelti per il Paradiso. Scintille di paradiso, paradiso pieno: «oggi sono buono, domani sarò il demonio». Riscopriamo la cultura dell’oggi, poiché “il domani” è una finzione. Non è ora, non è adesso, dunque non esiste. Se si è buoni oggi, invece, si intraprende quel percorso di santità che Dio ha voluto per l’uomo e se Dio lo vuole, tutto è possibile.

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