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Os justi meditábitur sapiéntiam dello 04-08-2019- Don R. Patalano

Domenica 04-08-2019 alle ore 12:00, presso la nuova Chiesa dedicata a San Savino in Uscerno di Montegallo (20 minuti dal centro storico di Ascoli Piceno, strada provinciale 89) si è svolta la quarta Messa in latino del Coetus Fidelium “Beato Marco da Montegallo” un progetto religioso e culturale portato avanti anche dall’associazione Rinnovamento nella Tradizione – Delegazione Pio IX e dal Sacro militare ordine costantiniano di San Giorgio (delegazione Marche-Romagna, ramo primogenito).

Il Vice-Cancelliere di Curia don Riccardo Patalano ha celebrato, insieme al chierichetto Giuseppe Baiocchi, l’attuale variante liturgica della tradizione millenaria di Santa Romana Chiesa. È stata la prima Santa Messa cantata, grazie alla presenza dell’organista Francesco Angelini che ha suonato la Missa De Angelis o Missa VIII, forse la più conosciuta fra le assemblee che cantano il Gregoriano.

Cinque sono stati i canti principali dell’ordo missae: il Kyrie, il Gloria, Il Sanctus-Benedictus e l’Agnus Dei, il Credo. Importante anche la presenza dell’incenso, oggi sempre meno presente nelle celebrazioni: bruciare l’incenso è un’immagine delle preghiere dei fedeli che si elevano al Cielo. Questo simbolismo è sacro, poiché è utilizzato per santificare, benedire e venerare. Il fumo dell’incenso è simbolo del mistero di Dio stesso, man mano che si eleva, l’immagine e l’odore esprimono la dolcezza della presenza di Nostro Signore e rafforzano il modo in cui la Messa è legata al Cielo e alla Terra.

Il fumo simboleggia anche la fede intensa che dovrebbe riempirci, e la sua fragranza evoca la virtù cristiana. Quando qualcosa viene incensato, il turiferario oscilla tre volte il turibolo, a rappresentare le tre Persone della Santissima Trinità. Nonostante il caldo e la distanza dal centro cittadino di Ascoli Piceno, la Chiesa era ancora una volta gremita: segno che il percorso di fede intrapreso sta dando i suoi frutti. Il sacerdote esprime alcuni chiarimenti sul rito romano antico, spiegando le modalità di come servire la Messa e di come contemplare il Signore.

Per riprendere l’auspicio di Benedictus PP. XVI, «Etsi deus non daretur» (Anche se dio non fosse dato), il rito straordinario secondo il Messale di San Pio V, andrebbe confluito all’interno del Novus Ordo di San Paolo VI, per far tornare la religione cristiano-cattolica all’archetipo del rito unificato. Le due forme dovranno tornare ad essere Una: l’aspetto contemplativo insieme a quello d’azione. Anche se i tempi sembrano non essere maturi, don Riccardo Patalano ci ricorda l’ultimo desiderio dell’attuale Papa Emerito.


Da qui l’importanza della celebrazione sacerdotale, poiché l’estetica della forma deve essere fatta solo ed unicamente per amore di Dio e non per vanagloria. Si ricorda anche l’importanza dell’Evangelizzazione; poiché bisogna tornare ad evangelizzare, rivalutando il mandato missionario che ogni cattolico ha, comunicandosi con Cristo. «Cor ad cor loquitur» (il cuore parla al cuore) amava asserire il dottore della Chiesa San Francesco di Sales.

© Coetus Fidelium Beato Marco da Montegallo – Riproduzione riservata

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