
Requiem aetérnam dónaé is Dómine 30-06-2022. Don Giorgio Lenzi
di redazione
Riportiamo le foto della Santa Messa Requiem di giovedì 30-06-2022, presso la Chiesa di San Cristoforo (Via D’Argillano n.21 – 63100 AP). Il nostro Coetus Fidelium Beato Marco da Montegallo è stato ospitato dalla Confraternita della Buona Morte del Priore Giancarlo Tosti, per celebrare il rito romano antico nella forma cantata, Requiem aetérnam dónaé is Dómine, con il nostro regolatore Don Giorgio Lenzi (IBP) sacerdote dell’Istituto Buon Pastore e Procuratore Generale per lo stesso con la Santa Sede. Al servizio all’altare Alessandro Grilli, Fabrizio Diomedi (chierichetti) e Edoardo Belvederesi al canto.

Nelle esequie tradizionali le parole che il sacerdote rivolge non si effettuano durante la messa, ma al termine della celebrazione, proprio perché il sacerdote deve servire il Signore prima del defunto, quindi non sarebbe giusto interrompere la celebrazione per un’orazione. La Chiesa che è Maestra ci insegna tutte queste utili nozioni per farci sempre più amare e glorificare Dio, anche in un funerale proprio per la salvezza dell’anima della nostra sorella Maria.
Ebbene non è mai facile predicare ai funerali poiché è difficile rivolgersi a delle persone che hanno perso un caro, colui che sicuramente ha rappresentato una parte essenziale della nostra vita. Ammettiamo pure che Dio non esistesse, ebbene sarebbe giusto comunque trovarci in questo luogo, trovarci intorno alle spoglie mortali della nostra sorella Maria: una madre, una sposa, una nonna, una donna che ha percorso le stesse strade della nostra vita. Ancora di più, se il ricordo, la necessità umana, è importante e indispensabile, ancora di più diviene fondamentale l’aspetto religioso. Noi sappiamo che la nostra vita non termina con la morte, ma la nostra vita continua: non abbiamo la possibilità di verificarlo con i nostri sensi, ma la rivelazione ce lo dice e sappiamo che è importante anche restare in contatto spirituale attraverso gli strumenti della Chiesa, ovvero tramite i suffragi, cioè le preghiere che possiamo fare per i defunti: una modalità per poter essere in relazione con loro, di raccomandarli a Dio ed una volta che sono con Dio essi possono ricordarci presso la Divina Maestà. Ed allora il tutto diviene un grande dono, nonostante la tristezza per quanto oggi possiamo trovarci qui ad officiare la funzione per la nostra sorella scomparsa.

Nei testi del rito romano antico, appunto, vedrete quanto è profondo lo spirito di questa preghiera. Un tempo si aveva un po’ paura dei funerali, di quel colore nero – Cattolico e Romano – un po’lugubre che trasmetteva ai più teneri di cuore il memento mori. In realtà se si leggono i testi, essi sono pieni di speranza, ed affidano l’anima della nostra sorella Maria alla misericordia di Dio, che forse è l’unica che non mente mai. Quando Dio afferma una cosa, essa è per sempre. Quindi il giorno del battesimo della nostra sorella, Dio gli ha promesso la salvezza e durante tutti i momenti della sua vita, essa ha avuto la possibilità di restare vicino a Dio. Ed ecco perché siamo qui e perché stiamo cantando dei testi che sono i più antichi del rito cristiano. Se vi è una cosa che si è cristallizzata nella storia della religione cattolica, è proprio il rito del funerale perché è una cosa talmente intima, che mai la chiesa ha osato toccare queste preghiere che oggi noi abbiamo recitato e continueremo a recitare nell’ultima parte della celebrazione per la nostra cara sorella Maria. Allora.. dobbiamo pregare per i defunti, non dobbiamo dimenticarli. Purtroppo sì, la vita della terra ci distrae, spesso non ci fa più pensare a coloro che non ci sono più. All’inizio il dolore forte, quello che stiamo vivendo oggi, ma questo ricordo odierno non deve essere dimenticato e ogni tanto il nostro pensiero, la nostra preghiera deve andare verso coloro che non ci sono più. E proprio perché dobbiamo essere aiutati, e non sapendo mai quanto tempo ancora al defunto occorra affinché ci sia un incontro completo con Dio, la Chiesa ci insegna che bisogna pregare, ed è per questo che esiste la dottrina del Purgatorio. Infine c’è una cosa spiacevole, ma che bisogna dire: quando ci ritroviamo in una chiesa intorno ad una bara, intorno ai resti mortali di una persona che ci è stata cara e che noi onoriamo perché esso è stato sede dello Spirito Santo, ed è per questo che tutti questi riti, queste preghiere intorno ad un corpo che ora è privato dell’anima, non cambia l’importanza della materia corporale, la quale è stata battezzata, cresimata e detiene ancora adesso per noi la massima importanza e il massimo cordoglio.
Il funerale quindi non può che ricordare anche la morte: quando noi ci troveremo lì, al posto di questa donna. Un argomento evitato spesso certamente, ma che non può non essere affrontato per l’importanza che detiene, poiché ricorda all’uomo mortale se le nostre azioni, se la nostra vita cristiana, se tutto quello che facciamo è conforme all’insegnamento di Nostro Signore e conforme all’insegnamento della Chiesa e guardare anche ai nostri cari che forse sono stati anche più esemplari di noi e cercare di imitarli per guadagnare quel posticino vicino a Dio un giorno in cielo e rincontrare appunto le persone cara che si trovano nella gloria di Dio, una volta purificate e salvate. In queste esequie il nostro cuore deve unirsi al Santo Sacrificio della Santa Messa per onorare in maniera solenne – forse per l’ultima volta in questo modo, la nostra sorella che affidiamo all’infinita misericordia del Signore, così sia.

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