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Santa Messa cantata in rito romano straordinario del 18-10-2020

domenica 18 ottobre 2020 – Chiesa di San Cristoforo, Via D’Argillano n.21 – 63100 Ascoli Piceno

Celebra: Don Giorgio Lenzi

Cerimoniere: Lodovico Valentini
Chierichetto: Giuseppe Baiocchi
Turiferario: Alessandro Grilli
Cantore: Guillaume Boulay

 

Domenica 18-10-2020, presso la Chiesa di San Cristoforo (Via D’Argillano n.21 – 63100 AP), il nostro Coetus Fidelium Beato Marco da Montegallo è stato ospitato dalla Confraternita della Buona Morte del Priore Giancarlo Tosti, per celebrare il rito romano straordinario nella forma cantata, con don Giorgio Lenzi, presbitero dell’Istituto Buon Pastore e Procuratore Generale per lo stesso con la Santa Sede.
Hanno partecipato alla Santa Messa come servizio all’altare il cerimoniere Lodovico Valentini, il chierichetto Giuseppe Baiocchi e il turiferario Alessandro Grilli. Al canto il Maestro gregoriano Guillaume Boulay.
La saggezza plurisecolare della chiesa, fa prevalere in questa liturgia le feste degli apostoli e degli evangelisti, i quali prevalgono sul testo della Santa Messa domenicale. Per questo, domenica 18-10-2020, viene celebrata la festa del grande evangelista Luca: uno dei quattro autori del nuovo testamento.
Questa sovrapposizione del calendario, nulla toglie al pilastro della fede, ma rende giustizia alla celebrazione del Santo nel giorno del giusto culto a Dio.
La tradizione si fonda sulle dodici colonne, che sono i dodici apostoli e poi sui quattro evangelisti, di cui due sono del collegio apostolico, e due sono discepoli: quei santi quattro evangelisti che codificarono, secondo le disposizioni divine, i testi che saranno ritenuti infallibili dalla Santa Chiesa.
Anche se può apparire singolare, non tutto si trova nella Sacra Scrittura: la tradizione e la rivelazione – che si conclude con la morte dell’ultimo degli apostoli (San Giovanni) -, sono certamente più “ampie” della stessa Sacra Scrittura e costituiscono il tesoro della Dottrina Romana. Dunque tale celebrazione verso quegli uomini che per ordine divino presero carta e penna e scrissero la grandezza del Regno di Dio sulla terra, è sicuramente qualcosa di fondamentale. Come ci afferma l’antifona introitale della Santa Messa di oggi: «I tuo amici Dio sono sommamente onorati, veramente forte è divenuto il loro principato».
Questa domenica del mese di ottobre è anche giorno missionale: dunque un tempo per riflettere sull’universalità del messaggio cristiano che è giunta in ogni punto della terra con la predicazione dell’opera della Chiesa.
Il libro del Nuovo Testamento, di cui San Luca è l’autore e poi il secondo volume Gli Atti Degli Apostoli sono fondamento della Nuova Alleanza e della Dottrina della Nostra salvezza: per questo gli Evangelisti sono costantemente in presenza dell’Altissimo, come narrato dalle visioni mistiche dell’Apocalisse. Non a caso San Giovanni affermò di vedere questi quattro esseri, che si trovano al cospetto di Dio costantemente. Questi quattro “esseri” non sono altro che la figurazione dei quattro Evangelisti, che hanno rivelato il Trono di Dio attraverso i quattro Vangeli.
L’arte cristiana li ha così consacrati: l’angelo per Matteo, il leone per San Marco, l’aquila per Giovanni e per il santo di oggi – San Luca – il bue. Non è certamente facile capire l’attribuzione di questi simboli. Per San Luca il significato zoomorfo è accomodatizio: il suo Vangelo inizia con la visione di Zaccaria (era un sacerdote) nel Tempio. All’interno del complesso religioso, venivano difatti sacrificati animali ed il sacrificio più grande consisteva nella scelta dei buoi.
Egli nacque ad Antiochia, da famiglia pagana ed esercitò la professione di medico (da qui l’appellativo a “medico delle anime e medico dei corpi”) e sarà il Santo capostipite di tutta una serie di Santi Medici venerati dalla tradizione cristiana.
Altre tradizioni su San Luca approvate dalla Chiesa, sono narrate dalla pietà dei cristiani e spesso immortalate in splendide opere d’arte. Quello che è sicuro è che l’evangelista Luca fu uomo di cultura, poiché lo percepiamo dal suo greco fluente ed elegante e dalla sua conoscenza della sacra scrittura in generale. La sua sapienza è individuabile anche dalla sua scrittura, similare agli storici greci del tempo: la sua capacità nel costruire discorsi verosimili, convincenti. Il suo Vangelo – scritto verosimilmente negli anni Settanta/Ottanta -, inizia con una dedica ad un certo Teofilo (personaggio illustre dell’amministrazione imperiale) apostrofandolo con il titolo di «Eccellentissimo», ma forse tale “Teofilo” non è mai esistito, ma esso diviene strumento del racconto per dedicare il Vangelo a tutti coloro che amano Dio: teofilo significa “colui che ama Dio”. Una sorta di personaggio che dovrebbe rappresentare tutti i cristiani, tutti i battezzati.
La tradizione artistica cristiana vede San Luca produrre le prime immagini della Madonna, sia in pittura che in scultura. Alcune famosissime e miracolose: dipinte sul legno dei mobili della Casa di Nazareth e la splendida vergine lauretana di Loreto, scolpita da San Luca nel legno degli ulivi del gezzello. Egli fu così in grado di dipingere e scolpire tutte le virtù e le qualità della Santa Vergine Maria. Questa sua qualità artistica fu utilissima nella Chiesa, poiché verso l’VIII IX secolo si scatenò la crisi iconoclasta: in Oriente ci furono alcuni eretici che condannarono il culto delle sante immagini. Una guerra materiale, che produsse molti martiri, all’interno della quale, il suo essere anche artista aiutò la fazione retta a difendere il culto delle sante immagini.

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