
Santa Messa cantata in rito romano straordinario del 25-12-2019
Celebra: Don Riccardo Patalano
Mercoledì 25-12-2019 alle ore 11:00, presso la nuova Chiesa dedicata a San Savino in Uscerno di Montegallo si è svolta la Santa Messa cantata in rito romano straordinario di Natale ‘Puer natus est nobis’. La liturgia è stata celebrata dal Vice Cancelliere di Curia don Riccardo Patalano, aiutato dal chierichetto Giuseppe Baiocchi, dal cantore Lodovico Valentini e dal Maestro Francesco Angelini all’organo. Dall’omelia di don Riccardo Patalano, il prologo di Giovanni, che solitamente si afferma alla fine della Santa Messa nel rito romano straordinario, oggi è stato letto durante la prima parte della Messa. Questo perché Dio oggi si è fatto carne nel seno verginale di Maria, Madre di Dio, sempre Vergine prima durante e dopo il parto, perché considerata Nuova Arca dell’Alleanza, intesa come inviolabile: essa non poteva conoscere le doglie proprio perché immacolata. Dio è venuto ad abitare in mezzo a noi, si è incarnato, si è fatto uomo, si è rivestito di carne umana e ha fatto sì che la carne umana, redenta dal peccato per effusione del suo preziosissimo sangue, il giorno terribile della crocifissione del sacrificio in qualche modo venisse redento e divinizzato da poter entrare nel cielo: questo è l’importanza del Santo Natale. Lo stesso San Giuseppe ha dato il nome a Gesù: Emanuele, Dio con noi – ed egli si è sottomesso ai suoi genitori. Un Dio che si sottomette all’umanità. Questo è l’amore infinito, indefettibile, eterno. Dio, oggi, nel 2019 è ancora in mezzo a noi e si fa ancora più piccolo, perché diviene presente nell’Eucarestia, nel Tabernacolo che diventa “grembo verginale” – non in maniera ideale, ma reale. Tornando a Giovanni, egli afferma appunto che Gesù non è stato però riconosciuto dall’umanità. Oggi noi preghiamo per lui? Basta compiere piccoli gesti di santità, come la preghiera e l’adorazione. Oggi più che mai dobbiamo tornare ad inginocchiarci: in un mondo in cui tutti vogliono essere alla pari di Cristo, in piedi davanti a lui, perché tutti si credono sovrani, nessuno più si inginocchia. Questo è l’atto più superbo dell’epoca contemporanea, poiché non si riconosce più il Re dei Re. Ma Dio è luce che dissipa le tenebre e davanti a lui – homo, homini, Deus -, dobbiamo tornare ad inginocchiarci per tendere verso la santità e il paradiso.