Si iniquitáte observáveris del 24-10-2021

Si iniquitáte observáveris del 24-10-2021di redazione

Domenica 24-10-2021, presso la Chiesa di San Cristoforo (Via D’Argillano n.21 – 63100 AP), il nostro Coetus Fidelium Beato Marco da Montegallo è stato ospitato dalla Confraternita della Buona Morte del Priore Giancarlo Tosti, per celebrare il rito romano antico nella forma cantata, XXII Domenica dopo Pentecoste (Si iniquitáte observáveris) con il nostro regolatore Don Giorgio Lenzi (IBP) sacerdote dell’Istituto Buon Pastore e Procuratore Generale per lo stesso con la Santa Sede. Al canto gregoriano abbiamo avuto il Maestro Claudio Bellumore e all’organo Diego Minnozzi, al servizio Giuseppe Baiocchi (chierichetto) e Daniele Paolanti (chierichetto).
In questi giorni si è celebra la memoria dell’anniversario della morte del beato Carlo d’Asburgo-Lorena (21 ottobre), una figura tanto cara al mondo cattolico.
Oggi oltre alla ricorrenza della festa liturgica di San Raffaele Arcangelo, in questa giornata di fine ottobre, il nostro sacerdote don Giorgio Lenzi (IBP) ci ha introdotto sulla materia dell’angelologia: un argomento di cui si sente sempre meno parlare, ovvero gli angeli. Il mese di ottobre è il mese dedicato agli Angeli, i quali possono far sorridere coloro i quali sono lontani dalla fede o dalla religione, oppure alcuni cristiani che – credendosi maturi – vogliono allontanare tutto ciò che può “apparire” loro – erroneamente – superstizioso o fantasista.

Fate ch’io vi segua sempre fedele, Mio caro Arcangelo San Raffaele.

Di contro, l’attuale catechismo della Chiesa Cattolica, riporta tutta una serie di paragrafi molto dettagliati e molto precisi sulla dottrina della Chiesa sugli Angeli. Per questo è importante conoscerli e non dimenticarli nella nostra vita di cristiani: non dobbiamo dimenticare che essi esistono, non dobbiamo dimenticare che la loro protezione (oltre al fatto che siano lì per lodare Dio perennemente nella gloria eterna) sulla terra è una verità di fede che non si può negare, senza cadere nell’errore. Per questo oggi ricordiamo tali Verità eterne della dottrina cristiana.

Il cantore Claudio Bellumore (a sinistra in terzo piano) e l’organista Diego Minnozzi (a destra in primo piano).

Quanto recitiamo, quanto cantiamo, il Credo – compendio di Verità della nostra fede – noi affermiamo che Dio è creatore del cielo e della terra, dunque sia delle cose materiali, sia l’atmosfera celeste e l’Universo. Ma è anche vero, come riportano le interpretazioni dei Padri della Chiesa, che il Cielo e la Terra non sono solo elementi materici, ma anche l’immagine spirituale di alcune cose create da Dio, il quale ha creato sì le cose aventi materia, ma anche quelle senza materia. Tra quest’ultime ci sono gli Angeli, gli elementi “celesti”. Non è un caso che lo stesso Credo poi riprenda “creatore delle cose visibili e invisibili”. Ed ecco che gli angeli sono creature invisibili, che diventano visibili per volontà di Dio. Certamente noi abbiamo l’esperienza continua della nostra anima; inoltre abbiamo acquisito attraverso la rivelazione, l’esperienza di tanti Santi, apprendendo come vi siano entità spirituali – separate da noi – che sono assolutamente reali.

Gli Angeli dunque sono i servitori di Dio, puri spiriti, attestati dai testi sacri e dalla tradizione costante della chiesa: nell’antico testamento numerose sono le apparizioni angeliche. Lo stesso San Raffaele che festeggiamo oggi, è un personaggio biblico, che viene inviato da Dio per guarire Tobia con il celebre pesce miracoloso che spalma sui suoi occhi divenuti ciechi – per questo è patrono anche dei medici. Successivamente gli angeli appaiono anche nel nuovo testamento e nei Salmi: pensiamo a Gesù nel giardino del Getsemani a Gerusalemme che viene consolato da un Angelo, poiché l’evangelista non si sarebbe divertito a parlare di cose che non esistono. Al momento della nascita di nostro Signore, sono gli Angeli che cantano il Gloria, e sono sempre gli stessi che vanno ad annunciarlo ai pastori.

Gli Angeli sono presenti anche nell’Apocalisse, dove la loro presenza è fortissima; lo stesso San Paolo, nella sua Lettera ai Galati (1,6-10) affermò come «Se anche un angelo vi annunciasse un Vangelo diverso da quello che vi è stato dato, sia anatema», proprio perché la dottrina è quella che ci ha insegnato nostro Signore Gesù Cristo. La Tradizione della Chiesa è costante, nei Padri, nel Magistero e nella Santa Liturgia. Per questo di fronte a tutte queste testimonianze sarebbe da stolti negare la loro presenza.
Quando noi osserviamo la natura del Creato, già possiamo intravvedere la gradualità di questo: si parte dalle creature inanimate, fino a crescere sempre di più, fino a quelle più complesse (con uno spirito di vita), ovvero gli animali e infine l’uomo il quale è all’apice in immagine e somiglianza di Dio sia nella forma materiale, che spirituale. Successivamente si dovrebbe effettuare il salto dall’uomo all’essere supremo increato che è Dio. Ebbene se notiamo, viene a mancare un elemento di passaggio: un elemento che sia sì creato, ma che sia composto unicamente da spirito, senza il bisogno della materia. Ecco gli Angeli, i quali fanno parte anch’essi della piramide magnifica della perfezione del Creato. Essi sono solitamente suddivisi in schiere, che seguono determinate gerarchie dalle quali traggono caratteristiche peculiari. La classificazione più comune risale al De coelesti hierarchia dello Pseudo-Dionigi, che li suddivide in tre gerarchie, ognuna delle quali contenente a sua volta tre ordini o cori, per un totale di nove tipologie di angeli: Serafini, Cherubini e Troni; Dominazioni, Virtù e Potestà; Principati, Arcangeli e Angeli.
Essendo composti di purissimo spirito, assomigliano ancora di più all’Essere Supremo del Creato (noi uomini siamo invece le creature materiali più simili a Dio).
Gli Angeli hanno due funzioni: una funzione strettamente legata a Dio, poiché sono i suoi servitori e quindi cantano presso di lui per l’eternità la sua grandezza, la sua bellezza, la sua lode. Essi ci ricordano come noi dobbiamo ringraziare il Signore per tutte le sue cose che ci dona. Ma essi hanno anche una funzione verso di noi ed è per tale compito che hanno preso questo nome: Angelo, angelus, ággelos (dal greco ἄγγελος “io annuncio”). Non è un caso che Dio li utilizza anche per annunciare eventi e/o fatti (come l’annunciazione alla Vergine Santa, per la venuta del salvatore sulla terra). Annuncio agli uomini dunque, ma anche protezione verso di noi. Ogni cristiano, a partire dal proprio battesimo, viene assistito da un Angelo che viene chiamato “Custode”, appunto Angelo Custode: guardiano della nostra anima e della nostra vita. Purtroppo alle volte non viene ascoltato, ma lui è lì e dobbiamo avere un grande rispetto e un grande amore per lui.
Ebbene sì! Gli Angeli sono migliaia in infinito, superano il numero degli uomini sulla terra, poiché alcuni di essi sono deputati anche alla protezione di cose specifiche. La Madonna stessa disse ai Pastorelli di Fatima, che vi era un Angelo – protettore del Portogallo – che si sarebbe manifestato: e così avvenne! Ci sono Angeli protettori di Chiese e perfino di Diocesi. Essi saranno sempre a guardia del nostro corpo e per aiutarci nelle difficoltà anche e soprattutto di carattere spirituale.
Lo stesso catechismo di San Pio X affermava come bisogna possedere una grande ammirazione della loro perfezione e della loro dignità e mai dimenticarci che sono costantemente accanto a noi in ogni momento, anche quando crediamo di essere soli, dobbiamo avere gratitudine per l’aiuto che forniscono a ciascuno di noi e questa gratitudine, deve sfociare in questa “docilità” data dall’ascolto e dalla frequentazione di buone influenze. Non è così facile, ma i grandi Santi ci sono riusciti: vivevano sempre in presenza di Dio e in presenza del loro Angelo Custode.
Proprio la loro presenza benevola, dovrebbe metterci in guardia ancora di più dal peccato di offendere Dio, che poi di riflesso ferisce anche le altre creature spirituali, come gli Angeli, che spesso sono lì, ma che non possono intervenire. Questo pensiero deve divenire per noi salutare, deve aiutarci ad essere più santi e ciò può avvenire anche tramite la preghiera dedicata a loro: «Ángele Dei, qui custos es mei, me, tibi commissum pietáte supérna, illúmina, custódi, rege et gubérna. Amen» («Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me che ti fui affidato/a dalla Pietà Celeste. Amen»).
Non esitiamo dunque a disturbare i santi Angeli, belle espressioni della potenza di Dio e dell’esistenza delle cose spirituali: amiamoli ed adoriamoli. Uniamoci a loro che a miriadi assistono al Santo Sacrificio della Messa e che ad ogni celebrazione si riuniscono intorno all’Altare di Dio.
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