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Visita alla Fraternità Sacerdotale di S.Pietro a Roma del 05-09-2019

Il nostro Coetus Fidelium ha fatto visita alla Fraternità Sacerdotale di S. Pietro a Roma: una società di Vita Apostolica di Diritto Pontificio, ed è una comunità di sacerdoti Cattolici Romani che non prendono i voti ma che lavorano insieme per una comune missione nel mondo.

 

Nella foto alcuni parroci francesi della Santissima Trinità dei Pellegrini, M. Rev. Jean-Cyrile Sow (di spalle a sinistra) e il Rev. William Barker (sulla destra).

La missione della Fraternità ha due obiettivi: la formazione e santificazione dei sacerdoti nella liturgia tradizionale latina del rito Romano; assegnazione dei sacerdoti al servizio della Chiesa. Il nostro parroco, don Riccardo Patalano, ha celebrato in passato la Santa Messa all’interno della struttura per ben nove mesi. La chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini è una chiesa cattolica che si trova nel centro storico di Roma in Via dei Pettinari 36/A – 00186 Roma. L’Arciconfraternita dei Pellegrini e Convalescenti della Ss.Trinità, fondata nel 1548 da S.Filippo Neri a favore dei poveri e dei malati, ebbe in dono da papa Paolo IV, circa dieci anni dopo, gli edifici dell’antica parrocchia trecentesca di “S.Benedetto de Arenula”, nota anche come “degli Scozzesi”. La parrocchia fu soppressa, la chiesa stessa venne ridimensionata e si ottenne così un complesso dotato di dormitori e refettori di notevole capacità: in questa occasione la chiesa mutò nome e fu denominata Ss.Trinità dei Pellegrini. Rifatta nel 1614 su disegni di Giovanni Paolo Maggi, nel 1722 S.Giovanni Battista de’ Rossi commissionò all’architetto Giuseppe Sardi la costruzione dell’attuale facciata che la realizzò su disegno di Francesco de Sanctis, ornata dalle statue dei “Quattro Evangelisti”, opera di Bernardino Ludovisi. Il prospetto, in travertino, è separato in due ordini orizzontali da un architrave con la scritta commemorativa: “Ioes de rubeis pedemontanus in SS.Trinitatis honorem F.F.A. MDCCXXIII”, ovvero “Giovanni (Battista) de Rossi pedemontano (sinonimo di piemontese in quanto nativo di Voltaggio, in provincia di Alessandria) fece in onore della Ss.Trinità nell’anno 1723”.

Il Rev. William Barker è procuratore generale della Fraternità Sacerdotale S. Pietro a Roma e Vicario parrocchiale. Qui celebra privatamente la Santa Messa in rito romano straordinario, secondo il messale di San Pio V, nella Cappella di San Gregorio Magno. La pala raffigura Papa Gregorio I che libera le anime dal Purgatorio dipinta da Baldassarre Croce; dipinse anche gli affreschi sulle pareti.

Le quattro nicchie con le statue degli Evangelisti sono inquadrate da 12 colonne, 6 nell’ordine inferiore e 6 in quello superiore, con alta base e capitello composito. L’ordine inferiore presenta il portale sormontato da una lunetta con testa di cherubino, mentre il secondo ordine presenta un finestrone sormontato da un archivolto anch’esso contenente una testa di cherubino ad altorilievo. Il timpano, infine, presenta al centro il simbolo trinitario in stucco. Anche la cupola fu realizzata da Giovanni Paolo Maggi, che nel 1612 portò a compimento i lavori iniziati da Martino Longhi il Vecchio. L’esterno è molto semplice: dal tamburo si eleva la calotta, rivestita in piombo e divisa in otto spicchi da costoloni. Molto graziosa la lanterna, coperta da un cupolino cuspidato, sormontato dalla sfera e dalla croce. La decorazione fu eseguita in tempi diversi. Verso la metà del Seicento, Giovanni Battista Ricci affrescò i pennacchi, nei quali si trovano i quattro Evangelisti; all’Ottocento appartiene invece la decorazione della cupola. Alla base della lanterna, con al centro l’Eterno Padre, corre un’iscrizione: “Archiconfraternitas sanctissimae trinitatis anno salutis MDCXII”. Da qui partono dei finti cassettoni, resi a monocromo con lumeggiature dorate, che si allargano verso il basso. Tra i cassettoni, che includono fiori ed arabeschi, sono inseriti quattro riquadri che contengono figure di angeli.

Bernardino Ludovisi, particolare statua evangelista della facciata risalente al XVIII secolo.


Cartagloria racchiusa in una cornice barocca e disposta su uno degli altari minori, contenente alcuni testi invariabili della Messa stampati: è sussidio per la memoria del celebrante. Il termine cartagloria è composto da carta e gloria, perché inizialmente conteneva il solo Gloria in excelsis Deo.


Cartagloria segrete laterali racchiuse in una cornice barocca e disposte su di uno degli altari minori, contenente alcuni testi invariabili della Messa stampati: è sussidio per la memoria del celebrante. Le due cartagloria laterali furono inserite in modo regolare nel XVII secolo: _in cornu Epistolae contiene il testo del Lavabo e la formula della benedizione dell’acqua; _in cornu Evangelii, l’inizio del Vangelo di Giovanni da leggere alla fine della Messa.


Una delle otto cappelle laterali: Cappella del Crocifisso. Vi si conserva una scultura lignea policroma settecentesca; nell’intradosso dell’arco che la delimita sono dipinte su tela figure di angeli e di santi.

© Coetus Fidelium Beato Marco da Montegallo – Riproduzione riservata

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